La perfezione
Nei giorni di caldo chiudevano la strada.
Capitò una volta. Ci rimettevano i gatti, o chi per loro,
e qualche bambino che poi non si è più avvicinato.
Ho visto là la fatica. La notte mi ero convinto
che il filo delle perle avesse un suo pensiero
assolutamente necessario. Ero certo di averlo
trovato all’inizio di una mia diciamo così
ragione. Invece anche questa ebbe fine,
stranamente in un pomeriggio di battesimo,
oltre la curva: le strade già si ripetono,
mi dicevo, dov’è il resto della canzone? Lo vedo
dai fiori di polvere che corrono per l’anticamera,
che melodia, i fiori sono polvere, questo volevi
che dicessi, per così poco farmi fingere,
si capiva benissimo che la strada era un’altra,
comunque. E il caldo durava e in ogni perla
si era fermato anche il contrario di quel pomeriggio
e di questa notte, ormai: fermato nella perfezione
di qualcosa che fuori non appariva ma pure
si faceva presupporre e poteva anche essere sì,
una forma che non c’era. Per cui all’improvviso
compresi tutto è che in te ti avrei trovato infine.